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sabato 7 gennaio 2012

La giungla soprannaturale

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Un giorno 5 scienziati: Andrea ,Luca,Chiara,Luigi e Marco trovarono delle ossa MOLTO strane. Quando i ricercatori si riunirono nel loro laboratorio sotterraneo, per analizzare le ossa, rimasero stupefatti nello scoprire che i reperti che fino a quel momento loro avevano attribuito ad un t-rex, appartenevano invece ad una essere vivente molto strano, il Gigant-rex ; era una creatura di cui fino ad oggi, ancora si conosceva molto poco.
Il giorno seguente la scoperta, decisero di tornare là dove le avevano trovate: nel deserto. Ma non appena arrivarono la sabbia li risucchiò nelle profondità della Terra, là dove mai essere umano aveva messo piede. Durante la caduta, i 5 svennero a causa sia della velocità presa, sia della scarsità di ossigeno presente nella cavità. Si svegliarono uno alla volta verificando che stessero tutti bene; accesero le loro piccole torce che portavano sempre con sé nello zaino. Poi si guardarono intorno attoniti, e si accorsero che lì sotto c’era uno splendido mondo.
Era una giungla di liane che si attorcigliavano tra loro creando una fitta rete impenetrabile, la luce era pochissima,e illuminava il possibile percorso; i loro piedi poggiavano su di una roccia ricoperta di licheni che perciò la rendevano scivolosa, ma le scarpe avevano una suola adatta ad ogni tipo di terreno, quindi non avevano difficoltà nel cammino. Si incamminarono, ma ben presto si accorsero che c’erano tanti pericoli, infatti due ore dopo, trovarono un Megaspinosaur.
Ad Andrea venne un idea che apparve strepitosa:prese una corda che ricordò di avere nello zaino e la lanciò a mo’ di lazzo, centrò la mira ed ecco che la belva cadde. Ripresero il percorso esausti, ma i pericoli non erano finiti: dopo poco gli scienziati si sentirono ancora osservati.
All’ improvviso un gruppo di Megaraptor curioso saltò fuori dai cespugli di felci, ma infastiditi dalla luce seppur fioca, scapparono via lasciando i 5 liberi di continuare il cammino, ripreso il quale, a poca distanza, videro un piccolo Arteupleura,

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e lo p resero. Era una specie di millepiedi gigante coperto da una corazza dura che gli serviva a proteggersi dagli aggressori, aveva 2 piccoli occhi posti sulla sommità frontale della piccola testa; le 2 antenne servivano per seguire i movimenti di alcuni animali che lo avrebbero diretto verso le piante di cui si cibava. Era notevolmente grande, circa 1 metro di lunghezza e le numerose zampette gli permettevano di correre molto velocemente, ma questo non aveva impedito di essere catturato dai ricercatori. La cattura avvenne con molta disinvoltura da parte di Andrea e Luca, che unirono forza, intelligenza e creatività: cucirono le liane insieme formando una rete che servì sia per l’imprigionamento che per il trasporto della bestia.
Sfiniti per i vari incontri avuti, incominciarono a dubitare del loro ritorno al mondo reale. Non conoscevano la strada e se mai fosse possibile trovarne una, non lo sapevano. Essendo i primi ad essere arrivati fin lì, non avevano nessuna indicazione o idea su come tornare. Presi dallo sconforto, dalla fame e dalla sete, si ricordarono di avere con sé anche un kit di sopravvivenza nel quale vi era anche del cibo liofilizzato e alcune bibite energetiche; si ristorarono. Decisero poi di costruire un riparo per riposare qualche ora, e fecero a turno per sorvegliare il posto da eventuali pericoli. Liane e felci intrecciate tra loro, erano l’ideale per creare un tetto, le foglie di felce vennero utilizzate per un comodo giaciglio.
Passò forse la notte, non avendo orologio non potevano sapere che ora fosse. Al risveglio, videro un qualcosa di strano: era un portale del tempo. L’avevano riconosciuto perché fortunatamente Chiara aveva trascorso molti giorni nella biblioteca vicino casa sua, e sui libri molto antichi aveva letto della descrizione di una cosa simile; una fonte di energia in cui se si entra vieni portato in un altro luogo ed in un altro tempo in cui però non era possibile decidere la destinazione. Ti puoi ritrovare in un luogo e in un tempo diverso da dove ti trovi ora. Neanche Chiara aveva mai immaginato che potesse esistere veramente, e lo sbigottimento di tutti crebbe. Se fossero entrati lì dentro, che fine avrebbero fatto? Si sarebbero trovati ancora insieme? E… sarebbero arrivati alla meta sani e salvi?
Dopo essersi a lungo consultati decisero che lì dove si trovavano ora non avevano possibilità di ritorno, quindi l’unica via era quella di tentare, provare… e sperare che tutto finisse per il meglio.
I cinque luminari perciò stringendosi gli uni agli altri, tenendosi per mano attraversarono la porta e si ritrovarono dove tutto era cominciato: sulla sabbia scaldata da quel sole che oramai era giunto all’orizzonte. Tornarono stremati con l’ arteupleura.Ma i problemi non erano ancora finiti.
Un gigangirinus era passato dalla porta del tempo sfuggendo ogni controllo. clip_image002[6]
L’animale era abituato a vivere nelle profondità dei fiumi che scorrevano a migliaia di metri sottoterra. Le sue dimensioni erano enormi: circa 2 metri di lunghezza doppia fila di denti affilati , circa un centinaio per essere precisi, e si cibava di pesci e lucertole, quindi innocuo per l’uomo. Ma la sua caratteristica che lo distingueva dagli altri era la capacità di sopravvivere in ambienti diversi, a diverse temperature, e con differenti concentrazioni di gas. Bene o male il gigangirinus era pure un po’ tonto ,per questo non causò tanti danni, tranne che per il fatto che entrò nella vasca da bagno esposta in una vetrina del paese in cui i cinque erano andati per ristorarsi e prendere ulteriori decisioni sul da farsi. Sì, perché ora lo scopo era giungere definitivamente al laboratorio di ricerca per esaminare tutti i reperti portati in superficie. Un subbuglio di persone che urlavano, fuggivano di qua e là fece distogliere l’attenzione da quei pezzi, che i ricercatori stavano esaminando, per capire che qualcosa di inverosimile stava accadendo. Giungendo nei pressi del negozio dove si accalcava la gente, si accorsero dell’animale che era fuggito dal suo luogo di origine. Lo catturarono con la solita destrezza e venne riportato nella porta del tempo che nel frattempo era rimasta aperta. Trovarono, con strumenti sofisticatissimi, il modo di richiuderla e con essa la possibilità di ricongiunzione tra i due mondi.
Questa è l’epoca dei gigansauri , un mondo fino ad allora mai scoperto e ancora pieno di misteri.
Autore: Andrea Allegretti 8 anni

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